Siempre, pero aún más en estos meses
y días convulsos – en lo social, económico y político – convendría rescatar la
parábola evangélica de la paja y de la viga en ojo ajeno. Y hacer memoria.
Porque cualquier situación, cualquier gesto, cualquier circunstancia personal,
unos la ven y se la endiñan sólo a ciertos personajes, otros exclusivamente a
los del bando opuesto.
No voy a hacer listados de ejemplos. Los hay en cantidades industriales,
a granel y a medida. Para todos los colores y gustos. Sobre todo - ahí me
detengo un momento por la evidente cercanía profesional - en la relación prensa-poder,
partido-editor, político-director. La hipocresía y la ceguera, que a menudo son
síntomas de sectarismo, de pertenencia cerril a un bando ideológico, tienden a
perdonar y hasta olvidar que ese partido y ese líder han llegado y se han mantenido
también gracias a una “sinergia” con medios de información y comunicación de
masas.
Pero si la cercanía, la afinidad o la complicidad son de alguien del
bando opuesto, ¡hala!, que el infierno engulla a ese personaje en el poder, en
la oposición o en la más cómoda posición de ex, ex de lo que sea.
No estoy hablando de algo hipotético. Es crónica de ayer y realidad de
hoy mismo. Todos, aquí, podemos poner nombres, apellidos, cabeceras, sintonías.
Eso de enuclearse los ojos y seguir fielmente una pancarta y un camino
sin mirarse alrededor es lo más parecido a la ceguera. Y al autoengaño. Un
deporte, por cierto, más practicado que el jogging. Y no adelgaza, más bien
engorda la estupidez y a los listos que la manipulan.
Sempre,
ma ancor più in questi mesi e giorni di convulsione – sociale, economica e
politica – converrebbe recuperare la parabola evangelica della pagliuzza e
della trave in altrui occhio. E fare memoria. Perché qualsiasi situazione,
qualsiasi gesto, qualsiasi circostanza personale, alcuni la vedono e la
appioppano solo a certi personaggi, altri esclusivamente a quelli dell’opposto
lato della trincea.
Non compilare una lista di esempi. Ci sono in
quantità industriali, al dettaglio e su misura. Per tutti i colori e gusti. E soprattutto
– mi ci soffermo un momento per l’evidente prossimità professionale – nella relazione
stampa-potere, partito-editore, politico-direttore. L’ipocrisia e la cecità,
che spesso sono sintomi di settarismo, di appartenenza ottusa a una parte
ideologica, tendono a perdonare e persino dimenticare che quel partito e quel
leader sono arrivati e si sono mantenuti anche grazie a una “sinergia” con
mezzi d’informazione e comunicazione di massa.
Se, però, la prossimità, l’affinità o la
complicità sono di qualcuno del lato opposto della trincea, voilà, che l’inferno
inghiotta quel personaggio al potere, all’opposizione o nella più comoda
posizione di ex, ex di qualsiasi cosa.
Non sto parlando
di qualcosa d’ipotetico. È cronaca di ieri e realtà di oggi stesso. Tutti, qui,
possiamo scrivere nomi, cognomi, testate, sigle di programmi.
Enucleare gli occhi e seguire fedelmente una
bandiera e un cammino senza guardarsi attorno è la cosa più simile alla cecità.
E all’autoinganno. Uno sport, non c’è dubbio, più praticato dello jogging. E
non fa dimagrire, anzi, ingrassa la stupidità e i furbastri che la manipolano.
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