Informe del Ministerio de Sanidad: uno de cada cinco españoles se ha emborrachado diez veces en el último año.
A ojo de buen cubero, por lo que se percibe a simple vista, casi diría que se quedan bastante cortos.
En la prensa de ayer, leía: «Más drogadictos legales... aumentan las borracheras en ambos sexos y a todas las edades... la aceptación social multiplica su peligro... la gente no admite límites en su ocio... muchos padres ven normal que su hijo beba, aunque eso le lleve ante un juez...».
Pues leía, veía y escuchaba medios que titulaban con aparente preocupación y luego, en otra página o en otro espacio audiovisual, esos mismos medios eran más que condescendientes con los excesos. Porque es divertido, por lo del “prohibido prohibir” y porque beber es un momento de socialización, etc. etc.
Estarán Ustedes de acuerdo que, por la ley de los grandes números, entre los afectados por este fenómeno social, tan tolerado y con muchos simpatizantes, tienen que caer en el cómputo no pocos periodistas.
Pues ahora me explico algunas cosa que leo, veo y escucho. Y no vengan algunos con eso de que Hemingway, Faulkner y Poe, entre otros, escribían lo mejor bajos los efectos del alcohol.
Por cierto, ayer en los medios también se daba cuenta del enésimo desastroso informe Ocse-Pisa y referido a España se leía esto: «La escuela se instala en la mediocridad». ¿Tendrán las dos fotografías de situación alguna cercana o remota relación?
Relazione del ministero della Sanità: uno spagnolo su cinque si è ubriacato dieci volte nell’ultimo anno. A occhio, per quanto posso osservare empiricamente, direi che sono ottimisti.
Sulla stampa, ieri, leggevo: «Sempre di più i drogati legali... aumentano le sbornie in entrambi i sessi e a tutte le età.. l’accettazione sociale moltiplica il pericolo... la gente non accetta limiti al proprio svago... molti genitori vedono come normale che il proprio figlio beva, anche se ciò lo porta davanti a un giudice...».
Leggevo, vedevo e ascoltavo media che titolavano con apparente preoccupazione, ma poi, in altra pagina o in altro spazio audiovisivo, quegli stessi media erano più che condiscendenti con gli eccessi. Perché è divertente, per la storia del “proibito proibire” e perché bere è un momento di socializzazione, ecc. ecc.
Sarete d’accordo con il fatto che, per la legge dei grandi numeri, tra i colpiti da questo fenomeno sociale, tanto tollerato e che annovera molti simpatizzanti, cadono inesorabilmente non pochi giornalisti.
Ora mi spiego alcune cose che leggo, vedo e ascolto. E che qualcuno non venga con la storia che Hemingway, Faulkner e Poe, tra gli altri, scrivevano le loro cose migliori tra i fumi dell’alcool.
Ah. dimenticavo. Ieri, la stampa informava anche dell’ennesimo disastroso dossier Ocse-Pisa e con riferimento alla Spagna si leggeva: «La scuola si insedia nella mediocrità». Avranno forse le due fotografie di situazione una prossima o remota relazione? Mi riferisco alla tolleranza e alla funzione sociale del giornalismo. Dei genitori parleremo un altro giorno.
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