Hoy no voy de comentarios. Pues hay noticias que intentan abrirse paso entre el ruido de la actualidad política y que se comentan sin añadir palabras. Y antes de que corra el texto, admito, con la cabeza llena de cenizas, que estoy “fusilando” un despacho de la agencia Efe, cuyo presidente, el amigo Alex Grijelmo, seguro que por esta vez me perdonará.
Pero estoy muy sensibilizado sobre ese tan peculiar mundo, un amplio colectivo humano que utiliza una lengua que no sale de la boca y que no por eso deja de ser comunicación, que es la expresión de libertad de la que aquí nos ocupamos.
Aquí va la noticia.
(EFE, Madrid 20 enero 2011) La Confederación Estatal de Personas Sordas (CNSE) ha lamentado que el Senado destine una partida de sus presupuestos a la traducción de las lenguas cooficiales y no contemple la obligación legal de eliminar las barreras para las personas sordas contratando intérpretes de la lengua de signos.
Esta confederación, integrada por 18 federaciones de personas sordas, ha recordado a la administración la obligación de implantar el servicio de estos intérpretes en el Senado, en aplicación de la ley 27/2007 que reconoce la lengua de signos española y catalana como lenguas oficiales.
La presidenta de la CNSE, Concha Díaz, afirma en un comunicado que al igual que "se intenta normalizar" la situación de las lenguas cooficiales en el Senado, la sociedad debe tomar conciencia de que "normalizar la vida de las personas sordas empieza por apostar por la accesibilidad a la información y la comunicación".
La confederación recalca que pese a la citada ley, la comunidad de personas sordas sigue enfrentándose día a día a las barreras de comunicación e información por la falta de la aplicación normativa por parte de la administración.
Oggi non ho commenti. Ci sono notizie che tentano di insinuarsi tra il fragore dell’attualità politica e che si commentano da sole. E ancor prima che corra il testo, ammetto, con il capo cosparso di cenere, che sto scippando un dispaccio dell’agenzia Efe il cui presidente, l’amico Alex Grijelmo, per stavolta sicuramente mi perdonerà.
Sono particolarmente sensibile verso quel mondo mondo così singolare, un ampio collettivo umano che utilizza una lingua che non sorge dalla bocca e che non per questo motivo perde la caratteristica di comunicazione, che è l’espressione di libertà di cui qui ci occupiamo.
Ecco la notizia.
(EFE, Madrid 20 gennaio 2011) La Confederazione Statale delle Persone Sorde (CNSE) ha stigmatizzato che il Senato destini una partita del proprio bilancio alla traduzione delle lingue coufficiali e non contempli l’obbligo legale di eliminare le barriere per le persone sorde contrattando interpreti della lingua dei segni.
Questa confederazione, integrata da 18 federazioni di persone sorde, ha ricordato all’amministrazione l’obbligo di creare il servizio di questi interpreti nel Senato, in applicazione della legge 27/2007 che riconosce la lingua dei segni spagnola e catalana come lingue ufficiali.
La presidente della CNSE, Concha Díaz, afferma in un comunicato che così come “si tenta di normalizzare” la situazione delle lingue coufficiali nel Senato, la società deve prendere coscienza del fatto che “normalizzare la vita delle persone sorde comincia da scommettere sull’accessibilità all’informazione e alla comunicazione”.
La confederazione ricalca che nonostante la citata legge, la comunità delle persone sorde continua a scontrarsi giorno dietro giorno con le barriere alla comunicazione ed informazione per l’assenza di un’applicazione normativa da parte della pubblica amministrazione.
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